Padre Pio (San Pio da Pietrelcina) (Forgione, Francesco) (1887-1968)

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San Pio da Pietrelcina (Padre Pio)

Premessa

Mi rendo conto che meraviglierà non pochi lettori l’inserimento in questo dizionario del più popolare santo del momento, Padre Pio, ma bisogna ricordare che il fenomeno delle sue stimmate suscitò vive polemiche, per non parlare della vera e propria adorazione che i fedeli avevano per lui, ancora in vita, e che fu oggetto di inchieste del Sant’Uffizio.

I primi anni

Francesco Forgione nacque il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, un comune in provincia di Benevento, quarto dei sette figli di Grazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio. All’età di cinque anni, F. ebbe un’estasi mistica e decise di consacrarsi totalmente a Dio. Nel frattempo egli poté studiare, grazie alle rimesse in denaro, che il padre, emigrato in America, inviava alla famiglia.
Il 6 Gennaio 1903, all'età di sedici anni, F. decise di entrare nel noviziato cappuccino di Morcone (in provincia di Benevento), dove, due settimane dopo, ottenne il saio francescano e assunse il nome di fra Pio. Concluso l’anno di noviziato, egli pronunciò i voti semplici e fu trasferito a Sant'Elia a Pianisi (in provincia di Campobasso) per studiare nel ginnasio e nel liceo, e successivamente a San Marco la Catola (in provincia di Foggia) per lo studio della filosofia.
Il 27 gennaio 1907, fra Pio pronunciò la professione dei voti solenni e negli anni 1907-1908 approfondì lo studio della teologia e di filosofia a Serracapriola (Foggia), Montefusco e Gesualdo (ambedue in provincia di Avellino). Nel dicembre 1908 ricevette a Benevento gli ordini minori e il suddiaconato, nel luglio 1909 il diaconato a Morcone ed, infine, fu ordinato sacerdote nel duomo di Benevento il 10 agosto 1910.

Le prime apparizioni e la salute cagionevole

L’otto settembre 1911, Padre Pio notò la prima apparizione delle stimmate: fu per questo visitato a Napoli dal famoso luminare Antonio Cardarelli (1832-1927), che emise un’opinione severa sullo stato di salute del giovane frate, consigliando di non affaticarsi in viaggi troppo lunghi. Perciò, egli fu condotto a Venafro (in provincia di Isernia) e poi al paese natale, dove soggiornò lungamente. Durante il periodo trascorso a Venafro, egli stupì i propri confratelli, raccontando di lunghe estasi divine e brevi apparizioni diaboliche.
Nel 1915, la sua salute cagionevole fece sì che egli potesse svolgere il servizio militare solo con molte licenze, fino ad essere totalmente riformato a causa di una broncoalveolite doppia. Sempre per motivi di salute, nel febbraio 1916 fu mandato dapprima nel convento di Sant'Anna a Foggia, e poi in quello di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, un piccolo paese sul versante meridionale del Gargano, dove egli rimase per il resto della sua vita.

Le stimmate

Nell’agosto 1918, Padre Pio raccontò di aver subito una transverbazione (o trasverbazione), termine con cui s’intende la visione mistica di un angelo (solitamente) che trafigge il fedele con una lancia (famosa la transverbazione di Santa Teresa d’Avila). Il mese dopo, il 20 settembre 1918, a Padre Pio apparvero le stimmate (o stigmate) alle mani, piedi e costato. Contemporaneamente, testimoni dissero di essere convinti che il suo corpo emanasse un profumo al gelsomino.
Il fenomeno delle stimmate ed il carisma di Padre Pio attirarono, da tutto il mondo, un pellegrinaggio continuo a San Giovanni Rotondo di persone, che asserirono di essere state guarite per intercessione del cappuccino beneventano.

L’inchiesta di Padre Agostino Gemelli

La Chiesa reagì, allora, con estrema prudenza e, temendo una truffa, a sfondo economico, fece indagare il fenomeno dapprima a tre medici (Prof. Luigi Romanelli, Prof. Giorgio Festa e Prof. Amico Bignami), ma le conclusioni contrastanti dei tre luminari (favorevoli a Padre Pio i primi due e contrario il terzo, che ipotizzò una necrosi dell’epidermide d’origine nevrotica, mantenuta aperta dall’uso continuo di iodio), richiesero un’indagine più approfondita, non solo da un punto di vista medico. Infatti, avevano già espresso perplessità sul fenomeno delle stimmate vasti settori della gerarchia ecclesiastica (per esempio l’arcivescovo di Manfredonia ed il Clero Diocesano), la polizia (era stata avviata un’inchiesta della Prefettura di Foggia nel 1919), e perfino semplici fedeli, che avevano avanzato sospetti di "speculazioni a fine di lucro".

Il Sant’Uffizio, nella figura del cardinale Raffaele Merry Del Val (1865-1930), decise quindi di incaricare Padre Agostino Gemelli (1878-1959) di effettuare una "ricerca" su Padre Pio e sui Frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo. Padre Gemelli si recò a San Giovanni Rotondo il 18 aprile 1920, e il giorno successivo ebbe un breve colloquio con Padre Pio, in seguito al quale stese una relazione segreta, probabilmente a sfondo medico-psicologico, che non fu mai svelata a chiunque ed è tuttora conservata negli archivi segreti dell’ex Sant’Uffizio. Negli anni successivi si scatenarono voci incontrollate su quello che la relazione di Padre Gemelli avrebbe dovuto contenere: si disse che Gemelli avesse accusato Padre Pio di essere “psicopatico, autolesionista ed imbroglione”, ma la verità è che solo recentemente è trapelato il giudizio, non definitivo, di Gemelli sulle stimmate. Pare che questi si esprimesse comunque in maniera negativa, sebbene sollecitasse nel contempo ulteriori indagini d’approfondimento, come certi criteri di rilevazione (escavazione, simmetricità, posizione della piaga del costato, ecc.), l’analisi della personalità psicologica e della vita interiore dello stigmatizzato. Recentemente uno psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma, il Dr. Luigi Cancrini, ha ipotizzato che Padre Pio soffrisse di disturbi di trance dissociativo, legati ad una personalità istrionica, e che le stimmate fossero particolari sintomi di conversione somatica. 

I provvedimenti della Chiesa nei confronti di Padre Pio

Comunque sia, la gerarchia ecclesiastica dispose per altri controlli, ed, in effetti, nel maggio 1920, ci fu la visita al Convento di S. Giovanni Rotondo di Monsignor Bonaventura Cerretti (1872-1933), Segretario per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, e nel 1921 fu inviato ufficialmente un "visitatore apostolico" nella persona di Monsignor Raffaele Carlo Rossi (1876-1948), futuro Segretario della Sacra Congregazione Concistoriale.
Nel 1923, con il nuovo Papa Pio XI (1922-1939) l’inchiesta si concluse con l’invito ai fedeli di non considerare come soprannaturali le manifestazioni di Padre Pio, al quale fu proibita la celebrazione della messa in pubblico e l’esercizio della confessione (le richieste di confessione con Padre Pio sarebbero diventate, in seguito, un fenomeno talmente preponderante da imporre addirittura un sistema, molto criticato, di prenotazioni).
Tuttavia, dieci anni dopo, nel 1933, sotto la pressione dei fedeli, queste restrizioni furono revocate, e, benché successive indagini rivelassero comportamenti non sempre esemplari a carico di alcuni frati del convento (possesso di auto e di grosse somme di denaro), nulla trapelò a carico di Padre Pio.

Gli ultimi anni, la morte e la canonizzazione

Il 9 gennaio 1940 fu iniziata la costruzione dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, terminata il 5 maggio 1956, grazie anche alle donazioni di una ricca cittadina americana protestante, poi convertita al cattolicesimo, Mary Pyle (1888-1968).
Padre Pio morì il 23 settembre 1968 all’età di 81 anni.
Il 29 novembre 1982 iniziò il processo della sua canonizzazione: fu proclamato venerabile (il primo passo del processo) il 21 gennaio 1990, beato il 2 maggio 1999 e santo il 16 giugno 2002.